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Albinedia

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Albina la stagione da griot*: troppa

la calura e da troppo non beve, come

solo un'albina dall'Uganda fuggente

rabdomando prostrata, ch'è da lungo

tempo che si va solo a tratti, boccheggiando

goccia a goccia mendicando, che non 

s'intende se non ragione astratta ormai

al peregrinare. Nata precoce e già piena

di crepe è nella sua stagione: avida leviga

arida velata di sabbia atavica, bella di giornate

d'alabastri e creta essicata; donna

tra donne dai capelli crespi di spighe

bruciate, escissi vaneggi dal vento recitati

ch'è luglio e non dovrebbe cader foglia

ma queste s'ammonticchiano lo stesso

fradice. Domani ch'è agosto, il merlo

suonerà la sveglia: secco sarà ancora il verso

un ciack per la diva di sabbia fluente

di miti. Forse così deciderà di defilarsi

da depositaria: rapida ed ispida recitando

in sequenza breve commiato alle stirpi

in campo lungo svanendo prima

dei titoli di coda. A meno che, oltre ogni

intelletto, quando le foglie cadranno

questa volta storia di stagione

non ce la si ritrovi rammaricati noi:

come incantesimo asciutta nel narrare

col piglio sicuro della leggenda nel canto

che da lontano viene magia.

E non più in grado noi di stare lì

e contarle nell'aria novembrina

le storie morte: anche noi rabdomando

per letti di fiume e laghi essicati

di fiabe d'acqua.

 

*Griot: cantastorie nella tradizione dell'Africa centro occidentale

 Salvatore Pizzo - 05/09/2017 15:58:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]




X Nando:

Ci si prova, mio caro Nando. E, quando si ricevono letture come le tue, non si può che esultare, quantomeno nel cogliere la comprensione e l’apprezzamento per lo sforzo compiuto. E’difficile spiegare e comprendere i legami che ci sono tra tutte le genti; lo si comprendesse, se se ne fosse consapevoli, forse nella storia e nel nostro presente,non si ripeterebbero errori e non si rischierebbe di precipitare per la china dell’orrore, come ci capita anche in questi giorni, così caotici e improntati alla follia di ambizioni populistiche riguardo al problema delle migrazioni.Problema che esigerebbe ben altre considerazioni e soluzioni...

Grazie di cuore ed un caro saluto



X Cristina:

"Ma abbiamo storie da raccontarci, e miti e sogni, forse illusioni ma che importa?"Permettimi di incorniciare queste tue splendide parole, mia cara Cristina:è questa la speranza che ci mantiene in vita, ovvero quella di averci sempre qualcosa da raccontarci, anche in questo clima che pare bizzarro per i suoi tanti capricci ai quali ci sottopone. Per il resto non posso che inchinarmi a fronte di questa tua lettura così lusinghiera...

Un caro saluto e grazie di cuore



X Angela:

"...e che spesso racconta storie di morte solo perché l’uomo non passa dove non gli conviene."E’questo il più grosso problema dell’uomo, mia cara Angela, ovvero il riservare uno spazio infimo all’altra parte di noi stessi; Così concentrati come si è solo sulla realtà e sui nostri problemi di occidentali, intenti a tranciare giudizi e predicare lezioni,tranne poi razzolar male.E spero proprio che non dobbiamo arrivare a rendercene conto, anche noi tartassati dalla siccità e dalla desertificazione dell’ambiente...

Grazie di cuore ed un ciao grosso come un oceano.....

 Angela Albano - 01/09/2017 23:48:00 [ leggi altri commenti di Angela Albano » ]

Albinedia: narrata da un cantastorie, forse dell’Uganda fuggente, e forse anch’egli elemosina un sorso d’acqua.
Interessante il tuo scritto, e credo che se ne dovrebbe parlare di più di quest’Africa essiccata, bruciata, e che spesso racconta storie di morte solo perché l’uomo non passa dove non gli conviene.

Storia difficile, scritta con cura e amore.

Ciao, a presto.

 Cristina Bizzarri - 01/09/2017 14:38:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

"Avida leviga
arida velata di sabbia atavica, bella di giornate
d’alabastri e creta essicata;"
Questa è la stagione offertaci da un clima ostile. Ma abbiamo storie da raccontarci, e miti e sogni, forse illusioni ma che importa?
Questa "Albinedia" ce lo trasmette il lungo racconto della sete, e del desiderio che non si esaurisce. Virtù, ampiezza, musica e ritmo in questa poesia che ha la magia del passato, lo sguardo e l’intelligenza del presente che lo abbraccia e culla.

 Nando - 31/08/2017 20:35:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

È di una magia che lascia incantati, questa tua. Fissando la parola in un minuscolo punto nello spazio di più secoli, hai saputo con maestri raccontare la Storia e l’attualità, nelle tante storie probabili destini di due continenti. Efficace la presenza lessicale di una terminologia mediatica (ciak, titoli di coda, sequenza, campo lungo).
Un gioiello anche per contenuto e sua modalità espositiva.

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